Controllo della condensazione interstiziale di componenti edilizi opachi
Nell’aria che respiriamo è presente una certa quantità
di acqua in forma di vapore. Il vapore contenuto in una determinata
quantità di aria non può aumentare indefinitamente,
esiste un limite oltre il quale qualsiasi aggiunta di vapore porta alla
condensazione dello stesso sotto forma di acqua allo stato liquido. In
questa condizione di equilibrio la miscela d’aria si definisce satura e
la pressione di vapore corrispondente si definisce pressione di vapor
saturo è funzione della temperatura secondo una curva
esponenziale. Generalmente il vapore transita nelle pareti passando
dall’interno, ambiente caldo e con produzione di vapore, all’esterno.
Tuttavia, in particolari condizioni, il vapore può condensare o
sulla superficie interna della parete (condensazione superficiale) o
all’interno della stessa (condensazione interstiziale). L’insorgere di
fenomeni di condensazione può portare addirittura
all’impossibilità di utilizzare l’ambiente interno e comunque
causa la crescita di funghi, il danneggiamento degli intonaci, la
riduzione dell’isolamento termico.
La valutazione del rischio di condensazione interstiziale dovuta alla
diffusione del vapore acqueo può essere effettuata in vari modi,
il più semplice consiste nel tracciare il diagramma di Glaser.
Esso è un grafico in cui si rappresentano gli andamenti della
pressione di vapore e della pressione di vapor saturo all’interno della
parete.
Il programma CarPar
è un software per il calcolo e il disegno del diagramma di
Glaser che utilizza lo stesso modello di calcolo adottato nella norma
UNI 13788, pur non calcolando la quantità di vapor d’acqua che
eventualmente condensa o di acqua che evapora in determinati periodi di
tempo. Il programma, liberamente scaricabile e utilizzabile,funziona su
qualsiasi computer su cui sia installato il Java Runtime Environment
(si faccia riferimento al sito http://java.sun.com
per la versione più recente del JRE da installare sul proprio
computer)
Conversione del fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale in metri cubi di metano
Il valore di Eph (fabbisogno annuo di energia primaria per la
climatizzazione invernale) che troviamo sui certificati energetici
è legato in qualche modo al consumo di metano degli edifici
certificati?
Sappiamo che la certificazione energetica si basa su di un procedimento
di calcolo standardizzato (si confronti la UNI TS 11300) e che in
questo ci sono approssimazioni, tuttavia ci si chiede quanto queste
approssimazioni allontanino il fabbisogno previsto da quello
effettivamente rilevato. Per rispondere a questa domanda è
possibile utilizzare l'applicazione che si trova in fondo al post, con
essa è possibile convertire il valore di Eph del certificato
(moltiplicato per la superficie netta, se di tratta di edifici
residenziali) in metri cubi di metano consumati o viceversa . La
conversione avviene considerando il potere calorifico inferiore del
metano pari a 34,3 MJ/m3.
Caratteristiche termiche in regime dinammico
IL controllo delle prestazioni tecnologiche legate al comfort
termico degli ambienti è oggigiorno spesso banalmente limitato
alla verifica della termotrasmittanza dei componenti edilizi che
racchiudono lo spazio costruito. Questo, soprattutto nel caso di forti
sollecitazioni dinamiche, ad esempio in caso di grandi differenze di
temperatura durante le 24 ore, non è ovviamente sufficiente a
guidare la progettazione dell'organismo edilizio.
La norma UNI ISO 13786 "Prestazione termica dei componenti per edilizia
- Caratteristiche termiche dinamiche - Metodi di calcolo" propone un
metoro di calcolo per determinare la termotrasmittanza periodica dei
componenti edilizi. Parametro che è anche sottoposto, in alcune
regioni italiane, a limiti normativi (ad esempio in Regione lombardia
il DGR VIII/8745 limita tale parametro).
Il metodo di calcolo proposto nella norma si basa su una matrice di
trasferimento che è una matrice quadrata di ordine 2 i cui
termini sono numeri complessi e che lega temperatura e flusso termico
su di un lato del componente con quelli sull’altro lato. Il calco di
matrici complesse può essere noioso e si propone quindi
l'utilizzo di un piccolo programma scritto dall'autore (Richiede
l'installazione di Java per funzionare) che leggendo i dati da un
foglio di calcolo Excel opportunamente preparato, si fa carico di tutta
la matematica necessaria per arrivare ad un report conforme alla norma
UNI ISO citata. Il programma può essere scaricato qui
ed è fornito, ovviamente, gratuitamente e senza garanzie di
funzionamento.